castità di Massimo Silvano Galli
Spiegare il proprio corpo alla falsa virtù della castità (o di una sessualità sospinta da istanze meramente procreatrici) è a ben pensarci, il più grave peccato che si possa commettere nei confronti di un ipotetico Dio cristiano. Significa, nel migliore dei casi (proiettati -com' è scritto- a sua immagine e somiglianza) ridurre Iddio onnipotente a una impotenza, seppur voluta, o -nel peggiore- pensare a un Dio evirato e, castrandosi, cercare di emularlo per difetto, peccando quindi di superbia.